Laureati in fuga

ragazza-con-valigia_2339597501Laureato e in cerca di lavoro. È questo il profilo del migrante italiano secondo il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), basato sui dati 2010/2011. Le persone nate in Italia e residenti all’estero nel 2011 erano 2,5 milioni, equamente suddivisi tra uomini e donne, con un tasso di emigrazione del 4,6%. Ma se tra il 2001 e il 2011, la percentuale di persone ‘poco qualificate’ tra gli emigrati verso altri paesi è scesa dal 60,2% al 50,1%, quella degli ‘altamente qualificati’ è salita dal 12,1% al 19,4%.

Quali sono le mete preferite?

In testa alla lista delle mete preferite ci sono gli Usa (439 mila italiani), la Germania (418 mila) e la Francia (344 mila). Se si considerano però i soli emigrati con alto grado di scolarizzazione, il podio delle destinazioni scelte cambia per due terzi: in testa rimangono gli Usa, ma al secondo posto sale la Gran Bretagna, con un aumento del 166,5% in dieci anni di laureati italiani, seguita dal Canada.

Ma i cosiddetti cervelli in fuga hanno poi trovato il tanto sperato miglior impiego?

Non esattamente secondo lo studio Ocse. Tra gli emigrati italiani il tasso di occupazione 2011 è del 66,9%, oltre 3 punti percentuali in più rispetto al 2001, ma nel 62,9% dei casi si tratta di un lavoro con livello medio o basso di competenze richieste. In particolare, tra le persone con un livello di istruzione gli occupati sono il 79%, ma tra questi il 27% ha un impiego inferiore alle proprie competenze.

Un sogno americano a metà.

Entrare all’Università, che fatica!

Tempo di test d’ingresso per gli studenti italiani. In queste ore migliaia di ragazzi tentano la conquista delle facoltà a numero chiuso. Ma anche quest’anno i numeri parlano di calo complessivo. Diminuiscono gli aspiranti medici: in 60mila per 10mila posti. Non va meglio ad Architettura. I pretendenti quest’anno sono 10.994, 3mila in meno rispetto all’anno scorso. Ad Ingegneria si assestano le immatricolazioni ma non in tutti i campi. Segno negativo sia per il settore civile che per quello ambientale.

Sfiducia nella formazione universitaria?Non solo. A preoccupare i giovani è soprattutto il sovraffollamento del mercato: se una volta la laurea garantiva l’accesso al mondo del lavoro, oggi l’assunzione pare un terno al lotto. E come dar loro torto se la fotografia del Paese è questa: Continua a leggere

La Buona Scuola che non assume i precari

 Dovranno aspettare ancora. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato chiaro. “Non assumeremo i precari a settembre, i tremila emendamenti in Commissione Istruzione sono troppi e serve tempo per instaurare un dialogo tra le parti coinvolte dalla riforma”.Così 100mila insegnanti resteranno senza posto fisso nonostante le promesse e le rassicurazioni dei mesi scorsi.

È la seconda volta che il governo mette la retro sulla Buona Scuola. Nel marzo scorso Renzi sulle assunzioni aveva rinunciato alla formula del decreto legge  in favore di un disegno di legge che preannunciava un iter molto lungo alle camere. Il ritardo però è diventato imbarazzante. Susanna Camusso, leader della Cgil, ha parlato di “un’operazione vendicativa” che risponde alle proteste degli ultimi mesi del corpo docente, scettico soprattutto nei confronti dei nuovi poteri dei presidi.

E proprio sui presidi-manager si sta discutendo in Commissione Istruzione in Senato. Per mitigare lo strapotere del dirigente scolastico, che potrà scegliere  affiancato da un collegio di docenti e genitori a quale insegnante assegnare un premio di merito, una delle ipotesi è porre un tetto di sei anni alla durata dell’ incarico. Per le assunzioni invece la faccenda si complica. Non solo slittano le immissioni in ruolo dei precari, che avrebbero posto fine alle fantomatiche GAE e assunto i vincitori del concorso 2012, ma il ritardo potrebbe far spostare il maxiconcorso del 1 ottobre per 60mila docenti.

Per Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini lo stop è servito a richiamare il Parlamento al realismo e con la conferenza nazionale, prevista per i primi di Luglio, si potrà aprire un dialogo costruttivo e cercare un equilibrio per una riforma fondamentale per il Paese. Intanto per settembre resta da chiedersi come il Miur intenda coprire il turn over, dato che molti insegnanti di ruolo andranno in pensione.

Precario a 25 anni si suicida lanciandosi dal balcone

gennaro-faraco«Non ho un lavoro, non posso aiutare la mia famiglia». Sono queste le ultime parole di Gennaro Faraco, 25enne di Pomigliano (Napoli). Esasperato dalle condizioni economiche e dalla mancanza di lavoro, il ragazzo si è gettato dal 7° piano di un palazzo in via Roma.

Secondo le ricostruzioni della polizia, il padre si era trasferito nel nord del Paese perché non riusciva a trovare lavoro e la madre casalinga da sola non riusciva a far fronte alle spese domestiche. Il ragazzo così aveva scelto di lavorare, dopo aver interrotto gli studi all’università, per dare una mano con piccoli lavoretti. L’ultimo come operatore sanitario presso un centro diagnostico privato. Ma il contratto a termine non era stato rinnovato, gettando il giovane nello sconforto.
È l’ennesimo caso di un suicidio legato alla crisi. Ma è soprattutto la storia di un ragazzo che si è trovato ad affrontare da solo la mancanza di prospettive di vita. Al Sud la disoccupazione sfiora oggi il 60% per gli under 30 e, secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Generazione Proteo, l’affermazione professionale e l’autosufficienza economica rappresentano le principali preoccupazioni per 7 ragazzi campani su 10.

Se anche i premi Pulitzer lasciano la professione


 La crisi non guarda in faccia nessuno. È proprio il caso di dirlo. Specie davanti all’assurda storia di Rob Kuznia giornalista del Daily Breeze, vincitore di un Pulitzer e costretto a lasciare la professione per via degli scarsi guadagni.

Kuznia ha ricevuto in questi giorni l’ambito premio giornalistico per un’inchiesta che ha smascherato un radicato sistema di corruzione a Los Angeles, California. Al centro dell’indagine un distretto scolastico estremamente povero e gli illeciti commessi da uno strapagato sovrintendente. A seguito della pubblicazione dell’articolo è stata addirittura proposta una modifica nella legge statale.

Stando a quanto racconta Poynter, questo grosso scoop nasce da un lavoro redazionale scrupoloso. Tutto inizia quando Rob Kuznia e Rebecca Kimitch, giornalisti del Daily Breeze, iniziano a studiare e esaminare con attenzione i dati sui bilanci e gli stipendi del distretto. Poi i sospetti e infine le prove di corruzione.

Tutto bellissimo se non fosse che Kuznia oggi non fa più il giornalista. “Non riuscivo ad arrivare alla fine del mese.Ho lasciato il Daily Breeze e il giornalismo l’anno scorso -spiega il reporter- oggi mi occupo di pubbliche relazioni nel dipartimento di comunicazione di una fondazione sulla Shoah. Ho dei rimpianti ma dovendo pagare un affitto nella zona di Los Angeles le scelte erano poche”. E se anche i migliori faticano a pagare le bollette resta da chiedersi quale futuro possa avere una categoria professionale come quella dei giornalisti che vede crescere ogni giorno casi simili. Storie di freelance precari che vendono la propria bravura  e la propria passione per appena 10 € a pezzo. Quando va bene.

Milano, in tredicimila per 25 posti da infermiere. Al Niguarda è maxi concorso

123218705-8314cf2c-486e-4ddc-b982-36e283ab3e3eUn test a crocette, aule gremite e l’ansia di chi su quelle risposte si sta giocando il futuro. Così 13mila aspiranti infermieri hanno affrontato in questi giorni il concorso dell’Ospedale Niguarda di Milano per 25 posti a tempo indeterminato. (Sì, avete letto bene ‘tempo indeterminato’). Ecco spiegata la tensione e la concorrenza alle stelle. I vincitori otterranno un contratto da 37mila euro lordi l’anno, senza considerare gli straordinari e i vari premi di risultato.

Allo stesso concorso nel 2012 si erano presentati in 5mila, oggi sono più del doppio e molti di loro sono precari in cerca di stabilità economica. Come Chiara che spiega: «C’è gente che aspetta da anni un’occasione del genere, purtroppo il sistema ospedaliero funziona così. È anche per questo che durante l’esame la tensione nelle aule si tagliava col coltello».

I test a risposta multipla, che prevedono domande sulle scienze infermieristiche, sul consenso informato, sul codice deontologico e sugli aspetti giuridici della professione sanitaria, si sono tenuti al Politecnico di Milano dove sono state affittate ben sei aule. Si tratta dello step preliminare del maxi-concorso, solo i primi mille accederanno alle fasi successive ovvero una prova scritta, una pratica e una orale.

Un test di complessa organizzazione per il Niguarda che ha sborsato 30mila euro per garantire la sicurezza e il corretto svolgimento dell’esame, i cui risultati saranno pubblicati tra una decina di giorni.

Garanzia Giovani: una petizione contro il flop

non-e-un-paese-per-giovani2Basta con le scuse. Così oltre 33mila ragazzi denunciano on-line i limiti di Garanzia Giovani, il programma europeo contro la disoccupazione, che avrebbe dovuto rilanciare il lavoro in Italia e che si sta rivelando un flop.

E questo nonostante l’Europa abbia investito un miliardo e duecento milioni di euro nel piano, accanto ai 300 milioni del governo Renzi. Tante le promesse infrante: offerte “qualitativamente valide di lavoro”, corsi di formazione specifici, apprendistati e tirocini. Il tutto entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale. Se non fosse che, un anno dopo, oltre il 40% dei giovani in Italia resta disoccupato e quasi 2 milioni e mezzo rinunciano agli studi per cercare lavoro. Continua a leggere